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domenica 17 luglio 2016

Formazione MediaEducation

Preziose indicazioni, suggerimenti, procedure tecniche, informazioni giuridiche, riflessioni educative e molto altro è stato appreso grazie alle lezioni del Consulente Informatico e Formatore Mauro Ozenda autore di questo preciso manuale, disponibile anche in formato digitale, che ogni docente dovrebbe consultare.




domenica 20 settembre 2015

Il digital education day e le dieci tesi di Rivoltella su scuola etecnologie

Il video
http://youtu.be/H-FQB0tpo5Q

L'articolo
https://medium.com/il-digitale-e-la-scuola/il-digital-education-day-e-le-dieci-tesi-di-rivoltella-su-scuola-e-tecnologie-6f21e4daaf71

Il digital education day e le dieci tesi di Rivoltella su scuola e  tecnologie



Un video che merita molta attenzione è quello di Pier Cesare Rivoltella durante il convegno “Educazione, apprendimento e nuove tecnologie, dove Rivoltella ha esposto “dieci tesi” in cui affronta temi e problematiche da sempre dibattuti ma mai abbastanza chiariti. Li vado a sintetizzare, per chi non ha tempo di vedere i 40 minuti del suo intervento.
1. Media Education e Education Technology — L’Education Technology è la didattica che fa uso delle tecnologie e considera i media digitali come supporto alla mediazione nei processi di insegnamento e apprendimento. La Media Education invece è qualcosa di propedeutico alla prima, in quanto lavora sui linguaggi mediali in genere (che ora sono comunque digitalizzati), considerati come artefatti culturali rispetto ai quali sviluppare pensiero critico e responsabilità.
2. La logica dei consumi culturali non corrisponde a aut aut, ma a et et — Le tecnologie non sono sostitutive, ma integrative. Più che fattore di discontinuità, bisogna considerare il digitale come una ri-mediazione della realtà, cioè a una riconfigurazione in un’altra chiave degli elementi della realtà quotidiana. Il digitale non sostituisce niente, ma arricchisce le nostre possibilità di intervento nel reale.
3. Non sono i media che fanno cose ai bambini, ma sono i bambini che fanno cose con i media — Più che le tecnologie, ciò che conta sono le pratiche. Il rischio non è quello del determinismo tecnologico, ma quello del modellamento sociale.
4. Rapporto tra formale e informale — L’informale, oggi, è fatto di tecnologie. Le nostre esistenze sono permeate dal digitale, che media le nostre conoscenze, la nostra rappresentazione e consapevolezza del passato e le nostre relazioni. Tutto ciò implica grandi rischi, ma anche grandi possibilità, che sta a noi equilibrare. Rinunciare però alle tecnologie, significa per la scuola rinunciare al suo compito, che è aiutare i soggetti all’interpretazione della cultura.
5. I media digitali e sociali sono soprattutto macchine autoriali — Sono cioè cose con cui si possono fare altre cose: valorizzarle a scuola significa portare in classe la dimensione laboratoriale, quindi mettere al centro l’apprendimento per scoperta e un coinvolgimento totale mente-corpo-cervello (l’unico che per Piaget conduce all’apprendimento duraturo).
6. I media sono anche un curriculo — I media non sono solo strumenti, che devono essere utilizzati in classe, ma sono anche una competenza di base necessaria: per cercare e selezionare informazioni, per collaborare e cooperare; per gestire le relazioni, gestire il tempo, gestire il rapporto con i contenuti. Per condividere e pubblicare. Tutte competenze di base a prescindere dai media sociali, ma che questi rendono indispensabili.
7. Non abbiamo bisogno di creare nuovi contenuti digitali — Ce ne sono già abbastanza, e di qualità. Le esperienze di self publishing a scuola non hanno senso, dal momento che gli editori hanno già elaborato contenuti validi, di qualità e in abbondanza. La questione è piuttosto selezionarli e aggregarli, commentarli e renderli utilizzabili didatticamente. Qui è lo spazio in cui può e deve inserirsi l’insegnante.
8. Le applicazioni disponibili non sono utili senza una cornice pedagogica — Senza un framework metodologico, l’applicazione è pura strumentalità. Oltre alla cornice pedagogica, c’è il metodo che funziona come organizzatore professionale. Misurare e quantificare l’efficacia dell’uso delle tecnologie nella didattica è quasi impossibile: l’unico modo è cambiare le pratiche professionali attraverso la tecnologia.
9. Il gioco del “noi” e “loro” — Affermare che i “nativi digitali” (che non esistono) siano già in possesso delle competenze digitali, significa ignorare che la loro è solo una confidenza tecnologica, da trasformare in consapevolezza tecnologica.
10. Tradizione e innovazione — Si pensa da sempre che siano due concetti antitetici, ma non è così. L’unico modo che la scuola ha per salvaguardare la tradizione, è innovare.



mercoledì 16 settembre 2015

Cyberbullismo

Qualche consiglio per i genitori che vogliono aiutare i propri figli in Rete

Rosa Rita: “La  fiaba ha come suo punto di forza le illustrazioni fatte da una bimba di dieci anni, sguardo  autentico di chi osserva con gli occhi incantati ma sicuramente immediati, la realtà del web. Consigli per i genitori in tre parole: vicinanza/affiancamento emotivo, creatività, consapevolezza del proprio ruolo preciso”. 

Mauro: “Consiglierei di:

  1. Informarsi, aggiornarsi e cominciare ad utilizzare i medesimi strumenti che utilizzeranno i nostri figli futuri adolescenti. Iniziare nella prima infanzia (terza elementare) focalizzandosi primariamente sulla tutela della propria privacy e sugli strumenti di sicurezza (antivirus, firewall).
  2. Proteggere il dispositivo utilizzato dal figlio con un buon “parental control” che vi consenta di indicare voi genitori su quali siti possano navigare piuttosto che quali app (giochi o altro) possano installare e quali amici possono aggiungere nei nuovi ambienti mediali. Monitorare la navigazione, inserire password efficaci di accesso.
  3. Sui sistemi di messaggistica e all’interno dei Social Network non accettare amicizie che non si conoscono nella vita reale. Inserire sempre un nickname di fantasia quantomeno sino ai 16 anni d’età e non inserire alcun dato personale che li riguarda né postare pubblicamente informazioni riservate.

Affiancare, educare all’uso, in una parola trasferire il buon senso spiegando ai propri figli che qualunque cosa venga postata una sola volta un secondo resta un tatuaggio indelebile e difficilmente si torna indietro. Dunque “prima di postare pensa”. Dare delle regole finalizzate alla sua tutela personale. Partecipare infine agli incontri a tema che consulenti come me svolgono all’interno della scuola italiana”

http://www.girlgeeklife.com/2015/09/un-computer-dal-cuore-saggio-fiaba-contro-il-cyberbullismo/

sabato 8 agosto 2015

Internetopoli

L’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr) ha realizzato una nuova applicazione desktop dedicata agli alunni delle scuole primarie. Si chiama Internetopoli e si offre a insegnanti e genitori per aiutarli nel percorso educativo dei "nativi digitali" verso un uso consapevole e costruttivo della Rete.
- See more at: http://www.mamamo.it/news/app-internetopoli-cnr#sthash.BgLdGAxQ.dpuf

martedì 16 giugno 2015

Un computer dal cuore saggio

Carlotta e gatto Piombino sono due amici per la pelle.
Insieme viaggiano nel web con l’aiuto prezioso di
Lobsan, un computer che pare quasi una persona dal
cuore saggio. Accanto a loro mamma e papà si trasformano
in giocosi ma attenti insegnanti.
Un giorno accade che, a causa di un attacco improvviso
dei virus, scesi in picchiata su aerei velocissimi,
Lobsan diventa smemorato.
Un prezioso aiutante della Natura, comparso sulla
soglia del balcone, indicherà ai nostri protagonisti il da
farsi.
Si inizierà, cosi, un viaggio sulla neve verso il fitto
bosco, in compagnia di una Nonna coraggiosa, sino
al cospetto del genio informatico Solidus.
Tutto sarà rivelato...
Tutto sarà compreso...
Tutto sarà appreso...
Per conoscere il mondo del web in modo sicuro, non
dimenticandosi però, di giocare all’aria aperta!

Introduzione pedagogica al racconto 
(dott.ssa Formica Rosa Rita)

Protezione e affiancamento : due solide basi educative per crescere “insieme” anche attraverso la Rete Internet.
(di Mauro Ozenda)

Decalogo per GENITORI
Decalogo per i BAMBINI



Un computer dal cuore saggio

È uscita la fiaba per bambini “Un computer dal cuore saggio. Considerazioni educative sull’uso consapevole del computer e rete internet” casa editrice Edigiò (di Mauro Ozenda e Rosa Rita Formica)
L’incontro con una pedagogista e un esperto di sicurezza internet si è dimostrato da subito un incontro particolare.
Ha prodotto una fiaba che è da poco in vendita presso tutte le librerie, e online dal titolo “Un computer dal cuore saggio. Considerazioni educative sull’uso consapevole del computer e rete internet” casa editrice Edigiò.
Si tratta di un testo utile e veloce da fruire, insieme a un decalogo per Genitori e uno per bambini, su come utilizzare il web in modo efficace e soprattutto sicuro. Mauro Ozenda da molto tempo segue i progetti di formazione nelle scuole ed è collaboratore dell’associazione mani colorate che si occupa di minori nella rete.
Ha scritto insieme alla psicologa Laura Bissolotti un bellissimo testo dal titolo “Sicuri in Rete” edito Hoepli, dove si evidenziano le sue competenze in materia di sicurezza internet.
http://www.misurafamiglia.it/in-uscita-a-maggio-la-fiaba-per-bambini-un-computer-dal-cuore-saggio-di-mauro-ozenda-e-rosa-rita-formica/

sabato 23 maggio 2015

Quando le App sono davvero educative ?



http://www.mamamo.it/news/quando-le-app-educative-sono-davvero-utili

Grazie anche ai loro precedenti lavori nel settore dei contenuti digitali per bambini, le tre ricercatrici sono arrivate a formulare quattro pratiche indicazioni, utili da conoscere non solo per genitori ed educatori, ma anche per chi si occupa di progettazione e sviluppo delle app. Eccoli qui di seguito...

1. Le app educative attivano la modalità "mind-on", non "mind-off"
Talvolta l'utilizzo di un device digitale può avvenire in modalità passiva, poiché propone delle attività che attivano nella nostra testa degli automatismi che consentono di non riflettere sul contesto di utilizzo e sulle informazioni che offre. Le ricerche ci dicono che proprio tali automatismi vanno evitati in contesti educativi per bambini. 
Quindi, prima di scaricare un'app è bene verificare se proporrà solo attività passive e ripetitive, o se invece incoraggerà il pensiero e il problem solving.

2. Le app educative coinvolgono, non distraggono
Nelle app educative il contenuto cosiddetto "aumentato" non va confuso con quei suoni, animazioni e interazioni che hanno come effetto non di presentare e approfondire un dato argomento, ma di distrarre semplicemente il bambino dalla storia e dal contenuto principale.
Le app possono e dovrebbero essere divertenti, ma come educatori sarebbe bene cercare titoli che aiutino il bambino a concentrarsi o a non allontanarsi troppo dallo scopo educativo prefissato.

3. Le app educative costruiscono significato
Le precedenti esperienze delle tre ricercatrici hanno mostrato che i bambini imparano meglio se i genitori giocano con loro aiutandoli a costruire anche un contesto di significato. In altre parole, le app che per esempio insegnano le lettere e i numeri sono utili, ma è importante che i bambini capiscano anche come e perché la loro conoscenza è così importante, vedendo collocate le informazioni che stanno apprendendo nel loro contesto di utilizzo e di senso.

4. Le app educative stimolano le interazioni sociali 
Ancora una volta sono le ricerche scientifiche a dimostrare che l'apprendimento profondo avviene attraverso l'interazione umana, meglio che con video, dvd o app. 
Le app educative più nuove incoraggiano i bambini a giocare con genitori e amici, ma anche a stabilire rapporti virtuali di amicizia con personaggi come Elmo o Mickey Mouse, processo che sembra stimolare apprendimento e coinvolgimento. E' comunque stato evidenziato, che anche se alle prese in solitudine con il tablet, i bambini imparano meglio se hanno a  disposizione gli strumenti adatti a risolvere un problema e ci si applicano in libertà.


- See more at: http://www.mamamo.it/news/quando-le-app-educative-sono-davvero-utili#sthash.ktUMvW5F.dpuf


martedì 13 gennaio 2015

MediaEducation



http://www.tuttotroppopresto.it/

Preadolescenti e adolescenti subiscono molteplici pressioni che li spingono a volere tutto e subito, a fare tutto troppo presto. Sedotti dai media e sollecitati dal mercato, si mettono a combattere contro il proprio corpo (sognandolo diverso), contro gli amici (per sembrare più grandi e migliori), contro se stessi (entrando in una spirale di comportamenti promiscui e rischiosi)... una serie di casi reali per offrire spunti di riflessione, consigli pratici e risposte .